Kamchatka by Marcelo Figueras

Kamchatka by Marcelo Figueras

autore:Marcelo Figueras [Figueras, Marcelo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788864431970
Google: z4EGnwEACAAJ
editore: L'Asino d'Oro
pubblicato: 2014-01-23T23:00:00+00:00


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CAPITOLO 48.

Una canzone tronca.

Quando nasciamo siamo dotati anche di udito, ma abbiamo bisogno di imparare ad ascoltare.

L’esperienza di frequentatore di armadi mi aveva precocemente preparato a valutare i suoni. Ben presto mi ero accorto di quanto fosse facile, registrando un suono, sbagliarsi a determinarne l’origine; con mia grande sorpresa scoprivo per esempio che quello che mi era parso il grattare delle zampe di un insetto sul legno era in realtà il rumore che faceva mia madre spazzando il pavimento, che naturalmente non proveniva dall’interno dell’armadio, cosa di cui ero certo, ma dalla cucina lontana.

Ciò che sentiamo dipende da quanto è fine il nostro udito, ed è misurabile con test che esprimono il risultato in numeri comuni a tutti. Ciò che capiamo, invece, dipende dal modo in cui ascoltiamo, che è sempre personale e intrasferibile. Ascoltiamo con l’esperienza, il timore e il desiderio, ascoltiamo dal profondo dell’inconscio. E ascoltiamo grazie al linguaggio, che è comune a tutti quelli che partecipano di esso ma è anche un linguaggio privato: se lo spagnolo è parlato da cinquecento milioni di persone, significa che esistono cinquecento milioni di versioni personali dello spagnolo, ciascuna con il proprio vocabolario, le proprie strutture, i propri errori e silenzi: ogni monologo identifica il suo autore con la precisione delle impronte digitali.

Se c’è una cosa che più di ogni altra si presta agli inganni della percezione sono le parole delle canzoni. Avvolte nella musica, le parole danzano. A volte si arrendono tra le nostre braccia, altre volte si allontanano per fare una piroetta, lasciandoci con la mano tesa. E allora capiamo non quello che dicono, ma quello che immaginiamo. Ogni volta che andavamo a messa uno dei miei compagni del San Roque, Rigou il piccoletto, si metteva a ridere da solo quando si arrivava a un certo punto di un canto, perché lui non sentiva il verso por nosotros E’l se dio, che sottolineava la volontà di sacrificio di Gesù, ma por nosotros E’l cedió, e si raffigurava Gesù che rovinava a terra con la croce e tutto(9). Un altro, che recitava el hoy nos llama, «l’oggi ci chiama», ci ricordava il ruolo di Eloy, il nostro maestro. E i canti patriottici erano un test di Rorschach per ciascun cantante. Ottone, che era grande e grosso e fumava già di nascosto nei bagni, cantava a squarciagola con valor, Subín culos rompió(10), senza che l’identità del misterioso Subín gli suscitasse curiosità alcuna e quindi senza mai scoprire che il verso originale diceva con valor sus vínculos rompió(11).

Il Nano era vergine in materia di storia argentina. Aveva giusto una vaga idea di chi fossero Sarmiento (il pelato), San Martín (il nasone) e Belgrano (quello in calzamaglia) e non era in grado di ricordare versi di canti patriottici come quello che dice el áureo rostro imita(12). Però percepiva l’energia di marce e inni, che gli piacevano da matti anche se non capiva niente di quello che dicevano. Succede anche ai grandi: in Gilda, il film con Rita Hayworth ambientato in una



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